“…un eccezionale ritrovamento di un Murales di Giovanni Cammarata sepolto da un intonaco bianco. Il restauro dell’artista RE è prezioso per almeno due motivi. Ci fa capire la portata visionaria di Cammarata e restituisce archeologicamente alla città quello che a ben vedere è il murales più antico di Messina. In una fase storica caratterizzata da una grande diffusione della street art, il murales rappresenta una genealogia cittadina che riporta l’arte di strada alle sue origini: il quartiere”.
Pier Paolo Zampieri
“Zona Cammarata”
“Incorporazioni – Urban art, conflitti, patrimoni” VIA BELLE ARTI – Maregrosso Urban lab – organizzato da Lalleru/Zonacammarata
Messina, Maregrosso. Periferia post industriale a cinquanta metri dal mare. Un uomo solo per trent’anni ha lottato contro il degrado dell’area con la sua arte. Giovanni Cammarata (Messina, 1914 – 2002) cementiere, dalla fine degli anni ’70 fino alla sua morte, ha trasformato la sua casa in museo, un parco urbano, un giardino di fantasmagoriche sculture. Giovanni Cammarata ha cambiato il nome a Via Maregrosso, che è diventata Via Belle Arti, con un tocco di pennello e murales dappertutto, mostri, veneri, castelli, elefanti. Buona parte di queste opere sono state distrutte, rimane oggi un marciapiede trasformato in un “Boboli” irregolare, una cappella votiva, cristi, colonne, tempi.
La memoria di Giovanni Cammarata è viva negli abitanti del quartiere, nel ricordo dei giovani di Messina. Dal 2012, ogni anno, il collettivo Zonacammarata, oggi divenuto l’associazione Lalleru, organizza un evento per divulgarne la memoria e il lascito connettendola con i processi urbani della città. Mostre, convegni, esplorazioni urbane, concerti.
Dal 2016, grazie al contributo del Dipartimento Cospecs dell’Università di Messina, Via Belle Arti è rinata con una serie di opere di Street Art connesse con l’opera di Cammarata. Kuma, Poki, il Collettivo fx, Artisti per Caso, hanno lavorato sui muri scalcinati di Via Maregrosso trasformandola in un piccolo museo a cielo aperto che quest’anno si amplia ulteriormente. Dove c’era una baracca c’è oggi un laboratorio urbano.
IL RISVEGLIO DEL CAVALIERE
(estratto dal testo per il progetto)
“A seguito dell’invito a realizzare un’opera murale nella zona di Maregrosso (ME) dedicata al Cavaliere Cammarata, confesso che le difficoltà per l’adeguata riuscita nel rappresentare, visivamente e concettualmente, l’omaggio a questa geniale personalità messinese sono state parecchie. Sono passati vari mesi dalla proposta ricevuta, appunto perché ogni mio tentativo di trovare la modalità adatta è stato più complicato del previsto. Tutte le varie idee formulate nel corso del tempo non soddisfacevano la mia priorità: far rinascere la figura del Cavaliere e soprattutto sottolineare come nel corso dei decenni la sua idea di rendere la zona di Maregrosso viva, attraverso i suoi interventi artistici, fosse così legata alle problematiche che penalizzano questa zona di Messina, fin troppo deturpata.
Subito dopo aver visionato un muro sito qualche metro prima dalla casa del Cavaliere, una delle ipotesi di progetto più valide era una sorta di surreale “lavoro a quattro mani” con il Cavaliere stesso. Il muro in questione è probabilmente l’unica opera pittorica esterna alla sua abitazione “resistente”. Quest’opera è visibile solo in una minima parte perché, come tutte le altre opere, fu successivamente coperta da un abbondante strato di intonaco che, ironia della sorte, inconsapevolmente lo ha preservato fino ad oggi. La fase iniziale del progetto “a quattro mani” prevedeva di effettuare un vero e proprio restauro, cercando di preservare il dipinto murale e proseguendo poi con un mio intervento integrativo. Questa idea, successivamente, non mi ha convinto. Il motivo è semplice: io non sono Giovanni Cammarata e integrare la mancanza della pellicola pittorica “scimmiottando” la sua tecnica o addirittura trovare un nesso tra la mia arte e la sua sarebbe stato un concetto perlopiù superficiale rispetto a ciò che è il mio obiettivo. Quindi ho speso altro tempo per formulare la modalità adatta che di seguito esporrò. Introduzione al progetto Tra i vari quesiti che mi sono posta durante la stesura del progetto, il più ricorrente è stato: cosa distingue me dal Cavaliere? La risposta più semplice è quella più pertinente: ho ancora un corpo e soprattutto ho delle mani. Da questa mia affermazione sono riuscita a proseguire in quella che, a mio parere, credo sia la strada giusta.
Ricordo con amarezza una delle interviste fatte al Cavaliere e di quanto fosse rammaricato per il trattamento ricevuto dai suoi concittadini. La sua era una continua e solitaria corsa contro il tempo: costruire e dipingere per poi vedere tristemente nel giorno seguente le sue creature distrutte o cancellate. Ho provato a mettermi nei suoi panni. Trovo orribile opprimere, in questa vile modalità, la voglia di vivere e di sentirsi necessari per questo luogo. Cammarata accudiva l’animo di Maregrosso e della sua gente con i suoi “strumenti”, con i suoi colori e con le sue creature. Tutte le volte che si svegliava, scovando parte del suo mondo distrutto, non si perdeva d’animo e ricominciava; perché sapeva in cuor suo che la gente prima o poi lo avrebbe in qualche modo compreso. Si proiettava verso le generazioni future considerandole la salvezza di questa triste società della quale è stato testimone. Adesso, io come altri, sono consapevole che siamo noi il futuro che il caro Cavaliere attendeva da tempo. Adesso, non ha più mani e né un corpo per difendersi, ma lui, come questo vecchio muro che pian piano si scopre, continua a vivere. Come se fosse ancora vivo e attivo, riemergerà nella sua opera. Come tutte quelle volte che svegliandosi si ritrovava a riempire quei vuoti che la gente lasciava col proprio passaggio. Saranno le mie mani che, per lui, cacceranno via quel bianco tanto temuto. Poco importa se al termine del restauro non troverò il muro in gran parte dipinto. Il mio intervento è il gesto. La mia non sarà un’opera pittorica ma sarà l’azione del suo risveglio”.
La passeggiata dei guerrieri di Giovanni Cammarata.
Publiée par RE sur Vendredi 2 juin 2017