2duerighe | Convertire lo scarto in opera d’arte | Intervista

Plastic wave #2

di Rosella Maiorana

Abbiamo conosciuto RE nel 2020 a Paratissima, presso l’ex Accademia Artiglieria di Torino. Ci ha subito conquistato con le finestre dal titolo “Né in cielo né in terra”. Non abbiamo, quindi, mai smesso di seguire il suo percorso artistico e gustare i suoi lavori. Oggi, a un anno di distanza, l’abbiamo richiamata per scambiare quattro chiacchiere con lei e conoscere meglio la sua arte, le sue idee e i progetti che la vedono attualmente impegnata.

articolo completo al seguente link:

Intervista a RE: “Convertire lo scarto in opera d’arte” – 2duerighe

FACTO | RE – Lo spazio, il tempo, la parola

Intervista di Michele Baldini per la rubrica ArteFaqTo

RE inaugurò con la sua mostra personale HORTUS CONCLUSUS la stagione espositiva di FaCTo, a fine maggio 2018. Abbiamo per questo pensato di esordire ancora con lei questa rubrica  dove ci parla del suo progetto ancora in corso, che ha a che fare con il tempo e il #lockdown.

Link dell’articolo:

FACTO – ArTEfAQ#1 – RE – Lo spazio, il tempo, la parola

Lalleru: RE a Parigi

Intervista di Mosè Previti

L’artista siciliana RE in mostra a Parigi per tutto il mese aprile all’interno di un prestigioso e singolare evento. L’abbiamo intervistata per scoprire un poco più su questa mostra e sul suo lavoro. 
 
RE a Parigi fino al 29 Aprile. Cos’è la Casa dell’Elefante? Con chi hai lavorato, come è andata, come sta andando con te stessa in esposizione a Parigi?

RE a Parigi. Caspita! A pensarlo un paio di mesi fa, per me, sarebbe stato uno dei tanti sogni terminato al risveglio con un “chissà magari un giorno …”.  Faccio sempre questo confronto prima/dopo; è necessario soprattutto per ricordarmi da dove ho iniziato. A volte dimentico che quando mi prefiggo una meta, la strada da percorre per raggiungerla, seppur faticosa, è ancor più bella della meta stessa. Questa opportunità mi è stata concessa da Sergio Curtacci, il direttore della rivista d’arte online Frattura Scomposta (consiglio a tutti di leggerla) che insieme all’organizzazione Meet My Project hanno selezionato gli artisti per il progetto “Condizione” dell’architetto Roberto Baciocchi. L’Elephant Paname di Parigi è un suggestivo teatro posto al centro della capitale francese. Questa sede scelta da Baciocchi è assolutamente adatta per rappresentare questo fantastico ed insolito progetto. In merito a ciò vorrei sottolineare che questa non è una semplice esposizione d’arte contemporanea; Baciocchi ha creato un luogo, a tratti surreale, che supera i limiti della concezione dello spazio espositivo. Condizione è la personificazione di un ventaglio di emozioni; attraverso un percorso multisensoriale, ha creato un connubio perfetto tra il design e l’arte contemporanea. Condizione è accogliente come una casa, non manca nulla; dalla camera da letto tra le nuvole all’Honda Civic in sala da pranzo, personalizzata internamente dall’architetto stesso. Gli spazi si dividono e allo stesso tempo si uniscono tra le molteplici combinazioni di punti di vista dettati dall’osservatore. Nel percorso sono dislocati dei sensori che stimolano l’olfatto; dall’odore di erba appena tagliata al profumo del legno segato. Inoltre, si odono voci, ticchettii, musiche e suoni. L’emozione è vissuta a trecentosessanta gradi. Essere presente in questo progetto mi ha permesso innanzitutto di ampliare il mio raggio della concezione di un’idea; allontanandomi ulteriormente dal senso del limite. Ho avuto l’opportunità di conoscere Baciocchi di persona, considerata la sua costante presenza durante l’allestimento. Sono rimasta affascinata da lui; un personaggio di spicco nel panorama dell’architettura e del design, conosciuto in tutto il mondo anche per aver realizzato le varie sedi della casa di moda Prada. Eppure non è irraggiungibile; non è una di quelle persone che conscia del proprio successo preferisce stare qualche gradino più in alto rispetto ad un’artista che ancora si sta facendo strada con fatica e che vede Parigi immensa, così grande quasi quanto un altro mondo. Ho approfittato di questa opportunità per visitare la città, non ero mai stata a Parigi. Confesso di aver avuto un po’ di timore di come sarei stata accolta, mentre percorrevo le vie che portavano all’Elephant Paname; ma quando giunsi e per prima cosa strinsi la mano all’architetto Baciocchi e al suo fidato collaboratore Francesco Pirrello (producer di Condizione), mi hanno messo subito a mio agio, più di quanto potrei essere nella mia città. Loro e tutto lo staff organizzativo sono semplicemente splendidi e professionali. Certo, questo è un grande passo, necessario per alimentare questo mio grande sogno di essere artista e basta.

Ho visto in anteprima i tuoi lavori in partenza per la Francia. Mi ha colpito molto questo 

dialogo profondo, intimissimo e insieme molto spontaneo, con la natura.  La natura è stata sempre presente nel tuo lavoro, prima come modello, direi quasi atmosferico, per i lavori del ciclo Livelli Atmosferici di Natura Artificiale, poi come elemento vivo, perfettamente incluso nello spazio dell’opera. Com’è successo, cosa è successo?

Il ciclo delle opere che ho realizzato appositamente per Condizione è una delle mie più recenti mutazioni. Con queste opere confermo l’uso della tecnica del reverse on glass applicata  nella maniera più selvaggia possibile. Ho sviluppato il tema di Condizione inteso come la sospensione della condizione umana; L’unica possibilità, come suggerisce il titolo di una delle opere, è quella di esistere né in cielo né in terra… continua