Stop Motion: L’arte dell’animazione sostenibile a Spoleto

Lo stop motion è una tecnica di animazione che consiste nel creare il movimento degli oggetti mediante la successione di fotografie scattate immagine per immagine. Ha il potere di dar vita a mondi fantastici e personaggi unici, aprendo la porta a un’infinita gamma di possibilità espressive.

Il workshop organizzato dalla Biblioteca Comunale Giosuè Carducci di Spoleto in collaborazione con La Mama Umbria International ha offerto ai bambini delle quarte classi delle scuole elementari l’opportunità di apprendere questa affascinante tecnica di animazione.

Il laboratorio è stato guidato dal regista, filosofo e drammaturgo Federico Bonelli, che ha collaborato con l’esperto di video Filippo Titta. La sostenibilità ambientale è stata anche un tema importante nella pratica del workshop, RE è stata l’artista che ha avuto il ruolo di guidare la realizzazione delle scenografie e dei personaggi. Gli elementi realizzati sono stati costruiti utilizzando involucri e buste di plastica e la tecnica della plastica stirata (ironed plastic) è stata utilizzata per fare i fondali.

Un’attenzione particolare è stata dedicata alla musica e alla composizione dei testi con la collaborazione di Cecilia Rossi, musicista. Questo approccio ha permesso ai bambini di esprimere la propria creatività in modi diversi e di scoprire come la musica e le parole possono migliorare l’effetto dell’animazione.

Inoltre, gli organizzatori hanno utilizzato uno smartphone per mostrare ai bambini le innumerevoli capacità di questo strumento, dimostrando che è possibile creare animazioni senza la necessità di strumenti costosi.

Il workshop è stato un grande successo, coinvolgendo circa un centinaio di bambini. Questa vivace collaborazione ha dimostrato l’importanza della cultura e dell’arte nella formazione dei giovani, offrendo loro l’opportunità di imparare nuove abilità e di esprimere la loro creatività in modi innovativi.

2duerighe | Convertire lo scarto in opera d’arte | Intervista

Plastic wave #2

di Rosella Maiorana

Abbiamo conosciuto RE nel 2020 a Paratissima, presso l’ex Accademia Artiglieria di Torino. Ci ha subito conquistato con le finestre dal titolo “Né in cielo né in terra”. Non abbiamo, quindi, mai smesso di seguire il suo percorso artistico e gustare i suoi lavori. Oggi, a un anno di distanza, l’abbiamo richiamata per scambiare quattro chiacchiere con lei e conoscere meglio la sua arte, le sue idee e i progetti che la vedono attualmente impegnata.

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Intervista a RE: “Convertire lo scarto in opera d’arte” – 2duerighe

Il giardino di Cosio | Trasformatorio 2021

 

“Il giardino di Cosio non circonda gli abitanti ma cresce dentro di loro”. La secolare tradizione degli abitanti di Cosio, che da tempo usano erbe selvatiche in svariati campi, ha spinto l’artista a utilizzare una delle case disabitate del borgo per realizzare un giardino di erbe incolte che rappresenta l’antico legame con la natura che caratterizza Cosio.
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La sorprendente mostra “etica” di RE | di Vincenzo Bonaventura, Gazzetta del Sud e Giornale di Sicilia

Forse non è il miglior momento storico per guardare gli abissi, magari cercando di spingere lo sguardo nel fondo di un’enormità di cui non abbiamo (né possiamo avere) conoscenza. Sia che ci si limiti a un semplice pozzo, sia che si allarghino gli orizzonti (verso il basso) pensando al mare e alla Fossa delle Marianne, sia che si voglia viaggiare in grande verso l’oltre dei buchi neri, sia ancora che si pensi all’inferno nel senso più largo possibile, l’inquietudine dell’ignoto si accompagna sempre anche alla più inesausta delle curiosità.

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